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Alberto Figliolia. An evening (finally) dedicated to the Armenians

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    Zazoom , Italia
    7 marzo 2013


    Alberto Figliolia. Una serata (finalmente) dedicata agli Armeni


    07 Marzo 2013

    Un milione e mezzo di morti, un terzo degli armeni presenti sul
    territorio dell'Impero Ottomano. Suicidi, donne violentate, bambini e
    vecchi morti per fame durante le lunghe marce nel `vuoto' dei deserti
    della Mesopotamia...

    La masseria delle allodole ha avuto l'impagabile merito di portare al
    grande pubblico la conoscenza del primo genocidio (cioè uno sterminio
    preordinato e organizzato) del XX secolo, quello degli armeni. Ed è
    proprio di loro che si è parlato, il 6 marzo scorso, in via Deledda
    11, sede pomeridiana e serale dei Civici Corsi di preparazione agli
    Esami di Idoneità e Stato. I quali, con innegabile lungimiranza, hanno
    organizzato `La tragedia nascosta', un'iniziativa che ha avuto
    l'obiettivo di raccontare questo dramma sconosciuto perché taciuto per
    decenni e ancora adesso incredibilmente negato dallo Stato turco.

    La serata, ripresa da la Repubblica e dal Corriere della Sera, ha
    riscosso un notevole successo per la partecipazione di un pubblico
    (insegnanti, alunni, ma anche milanesi comuni, visto che era aperto a
    tutti) numeroso e molto interessato, e ha visto la partecipazione del
    Prof. Baykar Sivazliyan, Presidente dell'Unione degli Armeni d'Italia,
    che nel suo intervento ha evidenziato come esista una forte
    solidarietà da parte di alcuni intellettuali turchi nei confronti
    degli armeni. «A volte, siamo noi vittime a dover stare vicino ai
    carnefici», ha affermato in un curioso ma significativo ribaltamento
    di ruoli, spiegando le difficoltà che le persone di buona volontà
    dell'altra comunità (per lui i turchi non sono `nemici') devono patire
    per l'ostinazione di molti.

    In Francia, chi nega il genocidio armeno viene incriminato al pari di
    chi sostiene la falsità dell'Olocausto. Ma il colpevole silenzio della
    comunità internazionale, Nazioni Unite in primis, pesa moltissimo
    sugli armeni, come ha spiegato la Dr. Claudia Bolognino, antropologa e
    studiosa di Storia Armena, che con le sue slide e i suoi filmati ha
    approfondito la questione. Dopo aver mostrato foto agghiaccianti delle
    cosiddette `carovane della morte', cioè le deportazioni di massa
    durante le quali moriva la quasi totalità della popolazione armena
    costretta a parteciparvi dal regime dei `Giovani Turchi' che nel 1915
    aveva deciso l'operazione di annientamento totale, ha proposto alcune
    testimonianze di sopravvissuti sottolineando la loro grande
    importanza. Per usare le sue parole, contenute nel sussidio consegnato
    dalla scuola a tutti i partecipanti, esse «risultano fondamentali
    perché è tramite la presa di coscienza del proprio passato che un
    popolo reciso da un trauma collettivo enorme, come può essere un
    genocidio, riesce a superare il trauma stesso e a rinascere. La
    memoria delle proprie vittime, insieme al riconoscimento del torto
    subito, diventano indispensabili per categorizzare un trauma, porre la
    parola `fine' alla tragedia subita e guardare al futuro, ricostruendo
    la propria identità sulle basi distrutte dal genocidio».

    Durante la serata si è anche parlato dei `Giusti', visto che i Civici
    Corsi di Idoneità, la maggiore espressione di multietnicità tra le
    scuole milanesi grazie ai suoi 500 studenti provenienti da 32 Stati
    del mondo, hanno scelto questa data proprio perché concomitante con la
    prima celebrazione voluta dal Parlamento Europeo per ricordare chi ha
    difeso la dignità umana calpestata nei sistemi totalitari.

    Tra essi Armin T. Wegner, che con la sua opera, meritoriamente
    proposta dalla casa editrice Guerini e Associati nel 1996 (AA. VV.,
    Armin T. Wegner e gli armeni in Anatolia. Immagini e testimonianze),
    ha fatto conoscere al mondo questa tragedia.

    Per non dimenticare. Un monito che, di questi tempi, non vale solo per
    l'Armenia.


    Alberto Figliolia

    http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=%2Findex.php&cmd=v&id=15747

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