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Ankara chiede a Parigi un via libera per la UE

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    Il Sole 24 Ore, Italia
    July 20, 2004

    Ankara chiede a Parigi un via libera per la Ue

    Vittorio Da Rold

    Il premier turco Erdogan vede Raffarin e Chirac - In gioco il si' ai
    negoziati

    DAL NOSTRO INVIATO

    PARIGI *c E' una specie di <mission impossible> e allo stesso tempo
    una tappa cruciale quella che il premier turco, Recep Tayyp Erdogan,
    in visita ufficiale a Parigi da ieri per tre giorni, tenta di portare
    a compimento in terra di Francia per sostenere la causa di un
    eventuale ingresso della Turchia nell'Unione europea.

    Erdogan, un islamico moderato a capo di un governo monocolore che ha
    raccolto buoni successi in campo economico rilanciando la crescita e
    abbattendo l'inflazione, sara' accompagnato da una numerosa
    delegazione, tra cui una folta rappresentanza della Tusiad, la
    Confindustria turca, per convincere Parigi, anche sul fronte dei
    legami commerciali, ad ammorbidire la sua posizione ostile nei
    confronti di Ankara.

    Lo schieramento politico interno e' abbastanza definito: la destra e'
    contraria (la direzione dell'Ump, il partito di maggioranza ha votato
    contro l'ingresso della Turchia durante la campagna per le europee)
    mentre i socialisti sono favorevoli, in linea di principio
    all'ingresso, ma pongono come condizione che Ankara faccia passi
    avanti sul tema del rispetto dei diritti dell'uomo e sul
    riconoscimento del genocidio armeno avvenuto durante la Prima guerra
    mondiale (un tema pero' che trova forti opposizioni proprio tra le
    forze armate turche, guardiani discreti della laicita' di Ankara).

    Insomma, il quadro e' abbastanza complicato al punto che Jean-Louis
    Bourlanges, dell'Udf, il partito centrista, alleato con Chirac a
    Parigi ma unito a Rutelli con i "Liberali per l'Europa" a Strasburgo,
    non ha esitato ad affermare in un'intervista senza mezzi termini a
    <Liberation> che <questo Paese e' estraneo alla storia dell'Europa e
    a un modello culturale e politico forgiato da 15 secoli di
    cristianesimo. La Turchia non ha conosciuto la conversione romana al
    cristianesimo, l'Umanesimo, la Riforma ne' l'Illuminismo>. In altri
    termini, non c'e' spazio per Ankara, almeno per ora, in Europa pur
    riconoscendo la possibilita' di migliorare la natura di rapporti di
    buon vicinato.

    <No, ribatte dall'altra sponda del Reno - Daniel Cohn-Bendit,
    tedesco, militante storico del maggio francese e ora rappresentante
    dei Verdi a Strasburgo - la Turchia pur avendo una storia diversa e'
    cambiata e si e' trasformata in profondita'. Occorre farla entrare
    proprio per dimostrare che l'Unione non e' un club cristiano>.

    Comunque il governo francese, all'indomani dell'annuncio del
    presidente della Repubblica, Jacques Chirac di indire un referendum
    nel 2005 dagli esiti molto incerti sulla Costituzione europea, non
    vuole correre altri rischi e non e' favorevole all'eventuale ingresso
    della Turchia nell'Unione. Roma, Berlino, Londra e Madrid, invece,
    sostengono Ankara. Anche il presidente americano George W. Bush, nel
    corso dell'ultimo summit della Nato svoltosi in Turchia, aveva
    perorato la causa turca suscitando pero' la reazione piccata di
    Parigi che non si era lasciata scappare la ghiotta occasione per
    l'ennesima polemica con l'iperpotenza americana: <E' un'ingerenza. E'
    come se noi indicassimo a Washington quale debba essere la loro
    politica verso il Messico>, aveva ribattuto Chirac a Bush che aveva
    chiesto, senza successo, l'intervento della Nato in Irak. Ribaltando
    la dottrina Monroe, Parigi aveva invitato gli Usa a pensare alle
    politiche relative al proprio emisfero.

    Da Parigi, dunque, passa la difficile strada di Erdogan per
    Bruxelles, dal momento che la maggior parte della classe politica
    francese e' ostile all'idea di aprire un negoziato per l'ingresso
    della Turchia nella Ue.

    <Vogliamo far capire cosa abbiamo fatto. Cerchiamo il sostegno della
    Francia perche' alla Turchia, al summit di dicembre (sotto presidenza
    olandese, ndr) sia comunicata la data in cui potra' avviare i
    negoziati di adesione alla Ue>, ha precisato il premier Erdogan,
    prima di partire per Parigi. Erdogan incontrera' oltre a Chirac anche
    il primo ministro francese, Jean-Pierre Raffarin, mentre ieri ha
    partecipato a una cena con la comunita' turca. <Circa 400mila nostri
    concittadini vivono in Francia - ha detto il premier - e
    rappresentano un ponte tra i due Paesi>.

    VITTORIO DA ROLD
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