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Il tabł armeno

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  • Il tabł armeno

    Il Foglio, Italia
    29 dicembre 2011

    Il tabł armeno


    Per la prima volta anche il Parlamento israeliano parla ufficialmente
    di genocidio armeno. L'eliminazione fisica di un milione e mezzo di
    armeni da parte dei turchi rappresenta ancora oggi un tabł. Come ha
    spiegato lo storico Yehuda Bauer, fu il progetto pił vicino
    all'Olocausto nazista, perché si tinse di razzismo "scientifico" (`chi
    si ricorda del genocidio armeno?', diceva cinicamente Hitler). Nelle
    regioni dell'Armenia centrale, tutti i maschi dai dodici anni in su
    furono oggetto di uno sterminio collettivo, che li vide freddati a
    colpi di arma da fuoco, annegati, gettati nei burroni o vittime di
    altri supplizi. In ogni cittą e in ogni villaggio che attraversavano,
    gli armeni, ammassati davanti alla prefettura, erano esposti ai
    cittadini islamici, gli unici autorizzati a scegliere degli schiavi
    tra loro. Fu l'"assassinio di una nazione", come ebbe a definirlo
    l'allora ambasciatore americano a Costantinopoli, Morghentau. Gli
    italiani dovrebbero averne particolare memoria, perché fu Giacomo
    Gorrini, console italiano a Trebisonda, a raccontare che migliaia di
    armeni morirono su enormi barconi fatti affondare al largo della
    cittą. Centinaia di persone incatenate, vive o morte, gettate
    nell'Eufrate. Le orde fanatiche dei musulmani si gettarono sopra i
    cristiani di oriente, sopra i figli della nazione armena, cattolici e
    scismatici, portando tra di loro la strage e la morte. Scopo finale
    era quello di sradicare il cristianesimo dall'impero della mezzaluna.
    Gli armeni inermi vennero sgozzati barbaramente, in gran numero. Non
    trovavano aiuto da nessuna parte, non ricevevano soccorso. Le potenze
    europee non se ne curavano. Gli scampati fuggirono per il mondo, in
    una diaspora ignorata. Al pari dei nazisti hitleriani persecutori
    della razza ebraica, anche il Partito nazionalista dei Giovani Turchi
    trattņ la minoranza armena, come quella greca, alla stregua di
    categorie etnico-religiose "indegne" di vivere. Ci furono gli armeni
    sgozzati a Ak-Hissar, le barbare esecuzioni a Bitlis, a Sasun, a
    Trebisonda, a Erzurum, la speciale pulizia etnica riservata alla
    Cilicia, lo sterminio di massa nell'Anatolia, il massacro di madri e
    figli nel cortile della scuola tedesca di Aleppo, gli orfani rifugiati
    nel Caucaso e buttati nei fiumi come inermi palloncini. Lungo č
    l'elenco di questa anticipata Shoah. Vergogna che non si abbia ancora
    il coraggio di gridarne la veritą in faccia a questi pericolosi
    razzisti turchi.

    © - FOGLIO QUOTIDIANO
    di Giulio Meotti

    http://www.ilfoglio.it/zakor/971

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