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Le Elezioni Anticipano La Primavera In Armenia

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    LE ELEZIONI ANTICIPANO LA PRIMAVERA IN ARMENIA

    Osservatorio Balcani e Caucaso, ITalia
    27 febbraio 2013

    L'opposizione di Raffi Hovannisian rifiuta di accettare i risultati
    ufficiali delle presidenziali, contestando la rielezione di Sargsyan.

    L'ex ministro degli Esteri prepara la "rivoluzione del ciao", mentre
    i suoi sostenitori reclamano una primavera come nei paesi arabi

    Ci si attendevano poche sorprese dalle presidenziali armene del 18
    febbraio. Analisti, politici e giornalisti sembravano concordare sul
    fatto che il presidente in carica Sargsyan avrebbe vinto comodamente.

    I principali rivali del partito di governo, tra cui tre dei cinque
    partiti rappresentati in Parlamento, si erano astenuti dal concorrere,
    e quelli che l'hanno fatto, tra cui l'ex ministro degli Esteri Raffi
    Hovannisian, erano poco accreditati dagli osservatori. Hovannisian,
    armeno della diaspora nato negli Stati Uniti e rimpatriato nei primi
    anni novanta, si è distinto per un'innovativa campagna porta a porta,
    ma non ha avuto il sostegno di una forte macchina di partito, e alcuni
    commentatori hanno ridicolizzato la sua strategia come imitazione
    di tecniche politiche occidentali inutilizzabili nell'Armenia
    post-sovietica. A parte alcuni incidenti, come un attentato fallito
    contro uno dei candidati, l'ex dissidente sovietico Paruyr Hayrikyan,
    la campagna è sembrata per lo più calma e persino noiosa.

    I risultati delle elezioni, dunque, hanno sorpreso molti. I risultati
    ufficiali hanno assegnato la vittoria al presidente uscente Sargsyan
    con il 58% dei voti, ma Hovannisian ha ricevuto quasi il 37%. Questo
    è un risultato notevole per l'opposizione in un paese post-sovietico:
    nel 2008, nel vicino Azerbaijan, il presidente in carica Aliev ha vinto
    con l'87%. Un altro risultato notevole per Hovannisian consiste nel
    fatto che i risultati ufficiali gli hanno riconosciuto la vittoria in
    diverse citta importanti, tra cui Gyumri, seconda citta dell'Armenia. I
    suoi sostenitori, tuttavia, ritengono che il numero effettivo di voti
    ricevuti fosse molto più alto. Hovannisian ha quindi rifiutato di
    accettare i risultati ufficiali, proclamandosi vincitore e invitando
    i suoi sostenitori a scendere in piazza.

    - -- Dal nostro archivio: vai al dossier sulle elezioni presidenziali
    del 2008 -Se rimane difficile valutare la veridicita delle affermazioni
    di Hovannisian, il livello di fiducia verso le elezioni nella societa
    armena è comunque estremamente basso. In precedenza, le elezioni
    in Armenia sono state segnate da accuse di frode, e da massicce
    proteste post-elettorali represse con la forza. Le ultime proteste
    hanno portato ad una violenta repressione, il primo marzo 2008,
    con dieci morti e decine di feriti e arrestati.

    Una scheda per colazione In questo clima di sfiducia, migliaia
    di elettori hanno invalidato il proprio voto, talvolta in modi
    curiosi. Alcuni giovani disillusi hanno "votato" per star pop come
    Chuck Norris o per la diva dei reality statunitensi Kim Kardashyan,
    un'attrice di origine armena. Un elettore scontento si è mangiato la
    scheda presso il seggio, spiegando che "è più facile inghiottire un
    pezzo di carta che digerire altri cinque anni di regime". Un gruppo di
    attivisti ha espresso la propria protesta ballando al ritmo della hit
    globale "Gangnam Style" davanti alla sede centrale della Commissione
    elettorale. Dopo la pubblicazione dei risultati ufficiali, i social
    network si sono riempiti di accuse di frode in specifici seggi,
    con post provenienti per lo più da membri dei comitati elettorali,
    delegati od osservatori.

    Hovannisian ha indetto diverse manifestazioni nel centro di Yerevan
    e in varie regioni dell'Armenia, cui hanno partecipato migliaia di
    persone. A lui si sono uniti alcuni importanti personaggi non solo
    politici, fra cui Ruben Hakhverdyan, uno dei più celebri cantautori
    armeni. Il 21 febbraio Hovannisian ha incontrato il presidente
    Sargsyan per negoziare una via d'uscita dalla crisi politica, un'azione
    criticata dai sostenitori della linea dura dell'opposizione.

    Tuttavia, i due politici non sono riusciti a raggiungere un compromesso
    e Hovannisian, che continua a tenere comizi, si è spinto fino ad
    affermare che il movimento ha rappresentato una rivoluzione pacifica,
    e coniando il nome di "rivoluzione del ciao", alludendo alla sua
    campagna elettorale.

    Congratulazioni internazionali

    Armenian activists protesting in front of OSCE election monitoring
    mission office (PanArmenian Photos) A dispetto di tutto ciò, la
    valutazione delle elezioni da parte della comunita internazionale è
    stata per lo più positiva, anche se con alcune critiche: Sargsyan
    ha gia ricevuto le congratulazioni per la rielezione non solo
    da Putin, Ahmadinejad e altri leader post-sovietici, ma anche da
    parte dei governi occidentali di Francia e Italia. I rappresentanti
    dell'UE e del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti hanno dato
    valutazioni generalmente positive, pur criticando alcuni aspetti
    delle elezioni. Tale valutazione è stata probabilmente alla base
    della dichiarazione della missione di controllo dell'OSCE, che ha
    elogiato le elezioni come "ben gestite [...] nel rispetto delle liberta
    fondamentali", ma ha criticato la mancanza di concorrenza e l'abuso
    di "risorse amministrative" da parte del governo. Come ha osservato
    l'analista armeno Martirosyan, la relazione degli osservatori "sembra
    essere stata scritta prima delle elezioni: alla luce dei risultati
    elettorali e degli sviluppi post-elettorali, l'accusa di mancata
    concorrenza sembrava un po' prematura". Gli osservatori internazionali,
    tuttavia, gia accusati di attribuire giudizi positivi per elezioni
    piuttosto dubbie, hanno perso la fiducia di molti armeni. Giovani
    attivisti hanno tentato di interrompere la conferenza stampa degli
    osservatori, il 19 febbraio, e hanno manifestato davanti agli uffici
    dell'OSCE/ODIHR nei giorni seguenti.

    Il campo filo-governativo sembra essere stato colto di sorpresa dagli
    sviluppi post-elettorali. Secondo l'analista Gegham Baghdasaryan,
    il governo pensava di avere tutto sotto controllo: "Se il precedente
    presidente Robert Kocharyan era apertamente autoritario, Sargsyan
    ha sperimentato, consentendo maggiori liberta dei media e liberta di
    riunione, pensando che il governo avesse ancora modo di controllare la
    situazione. La realta, tuttavia, si è rivelata più complicata". Anche
    in assenza dei pesi massimi dell'opposizione, come il primo presidente
    armeno, Levon Ter-Petrosyan, le elezioni hanno dimostrato l'esistenza
    di un consistente elettorato antigovernativo pronto a mobilitarsi
    attorno a nuovi leader. Paradossalmente, infatti, la decisione presa
    da diversi esponenti dell'opposizione di non partecipare al voto
    si è rivelata dannosa per il governo, dal momento che ha permesso
    all'elettorato contrario al presidente in carica di consolidarsi
    intorno ad un unico candidato.

    Cautela da parte di governo e polizia In ogni caso, la risposta del
    governo alle proteste è stata finora molto contenuta, sia rispetto agli
    standard post-sovietici che ai precedenti dell'Armenia. Naturalmente,
    i commenti di alcuni membri del partito al potere sono stati
    condiscendenti e sprezzanti, quando non offensivi. Lo sdegno è
    esploso nei social network di fronte ai commenti del parlamentare
    del partito di governo Hayk Babukhanyan, che ha detto che "solo
    omosessuali, eretici e persone non consapevoli hanno votato per
    Hovannisian". Tuttavia, tali osservazioni sono state finora espresse da
    rappresentanti secondari del partito al potere, mentre i più importanti
    sono rimasti in silenzio o si sono limitati a commenti relativamente
    rispettosi. Anche la polizia armena è stata finora più professionale
    e meno violenta nel gestire le proteste, soprattutto rispetto agli
    eventi del 2008.

    A questo punto è difficile prevedere gli ulteriori sviluppi. Da un
    lato, sembra che i manifestanti non abbiano una strategia chiara.

    Hovannisian ha promesso di lottare fino alla fine con metodi pacifici,
    ma non è del tutto chiaro quali metodi di lotta pacifica abbia in
    mente a parte le manifestazioni che, come dimostra l'esperienza,
    tendono ad esaurirsi con il passare del tempo. Il governo in carica
    ha ricevuto dichiarazioni di sostengo da Est e Ovest, mentre la stampa
    internazionale sembra del tutto indifferente agli sviluppi in Armenia.

    D'altra parte, è anche chiaro che mobilitazioni di questo tipo non
    svaniscono semplicemente. Se il movimento cresce, potrebbe creare
    crepe nel campo del governo. Come ha dichiarato un sostenitore
    dell'opposizione, "loro [il governo] ci devono una primavera e noi
    ce la prenderemo, in un modo o in un altro".

    http://www.balcanicaucaso.org/aree/Armenia/Le-elezioni-anticipano-la-primavera-in-Armenia-131350

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